Salame strolghino: ecco perché tutti ne vanno matti

L’Emilia, e in particolare le zone di Parma, Piacenza e Modena, sono conosciute in tutta Italia per la qualità e la bontà dei propri salumi. Tra questi spicca il celebre salame strolghino, ottenuto da tagli pregiati di carne, solitamente suini al 100% italiani. Il salame strolghino viene poi lavorato artigianalmente e insaporito con alcune spezie. Lo strolghino viene anche chiamato “strolghino di culatello”. Infatti, per dare la classica forma a pera al culatello occorre eliminare buona parte della coscia del maiale. Per evitare di buttarla, anche perché si tratta di carne e tagli pregiati, viene preparato lo strolghino che è, proprio per questo motivo, l’unico salame di prosciutto in Italia.
Facile intuire il perché tutti ne vadano matti, ma andiamo a conoscerlo e a capire come gustarlo.

Perché si chiama “strolghino”

Il salame strolghino viene chiamato così per via dello “strolag” o “strolgher”, che dir si voglia. Un termine che arriva da “strolegh”, ovvero astrologo o indovino nel dialetto emiliano. Secondo alcune credenze veniva chiamato così perché veniva utilizzato per capire a che punto erano le stagionature dei vari salumi. Anticamente il salame strolghino veniva utilizzato come “termometro” per capire se i salumi stavano stagionando correttamente. Altre credenze ancora invece suggerivano che questo nome derivasse dalla necessità di fare appello a un astrologo, e quindi a un indovino, per stagionare correttamente il salame strolghino. Infatti, i salumi con una stagionatura così breve come lo strolghino, ancora più di quelli che stagionano per diversi mesi, corrono maggiormente il rischio di andare a male. Ottenere il salame strolghino perfetto, calibrato alla perfezione negli ingredienti e stagionato a dovere, è infatti tutt’altro che semplice se non si hanno sapienza e abilità. Per questo motivo, ancora oggi, nonostante tutte le conoscenze a disposizione, il buon salame strolghino è un prodotto di eccellenza. 

Differenze tra salame strolghino e salame felino

Lo strolghino viene ottenuto dalle parti magre del culatello, infatti a volte viene chiamato anche “Strolghino di Culatello”. C’è poi il salame Felino, proveniente dalla zona di Felino in provincia di Parma. Quest’ultimo, così come lo strolghino, è un salame prodotto con carne di maiale, ma diversamente dal primo per realizzare il salame felino vengono utilizzate le parti più adipose dell’animale e le frazioni muscolari, poi macinate e impastate con sale, vino bianco, zucchero, nitrato di sodio o potassio.
Questi due salumi differiscono anche nella forma. Lo strolghino è piccolo e cilindrico, mentre il felino è allungato e più tozzo.

Come gustare salame felino e strolghino

Il modo migliore per gustare dell’ottimo salame strolghino è affettarlo in diagonale, in modo da ottenere fette non troppo sottili. Anche il salame felino deve essere tagliato a mano in diagonale. Le fette ottenute saranno ovali, larghe il doppio rispetto al salame. Lo strolghino, così come il felino, può essere consumato da solo oppure accompagnato da pane, taralli, piada, gnocco fritto e formaggio per un antipasto. Inoltre, può essere utilizzato anche per arricchire le classiche torte salate. 

Alcune ricette prevedono che il salame felino venga utilizzato anche per rendere più gustosi alcuni primi piatti, come il risotto alla zucca. In questo caso andrà sbriciolato e poi servito a crudo insieme al risotto.

Caratteristiche del salame strolghino

Il salame strolghino si riconosce per la carne morbida, dal gusto dolce e delicato. Inoltre, rispetto ad altri salami risulta essere più magro. Solitamente viene servito come aperitivo o antipasto insieme al classico tagliere di salumi e formaggi. Il suo aspetto è compatto e ha un riconoscibile colore rosso rubino. 

Inoltre, lo strolghino ha anche una stagionatura breve. Nella maggior parte dei casi si parla di una stagionatura di appena 20 giorni e che comunque non supera mai i 30 giorni. 

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